Alcune compagnie aeree sono accusate di manipolare i loro programmi di volo e migliorare i punteggi di puntualità: così si evitano di dare i risarcimenti previsti.
Voli in ritardo scoperti dalle compagnie
Oag, una società di air travel intelligence, ha sollevato un vero e proprio terremoto. Si sta parlando di ritardi dei voli, una situazione piuttosto spiacevole a cui, purtroppo, sono abituati molti viaggiatori dell’aria. Sarà per questo che ogni aeroporto è dotato di tutti i comfort, compreso il Wi-Fi per una partita veloce su https://casino.netbet.it/ e magari vincere una somma tale da potersi permettere di volare in jet privato, non come i comuni mortali.
Scherzi a parte, Oag ha accusato alcune compagnie aeree di manipolare deliberatamente i loro programmi di volo per risultare con dei punteggi puntualità idonei al fine di evitare di pagare i risarcimenti previsti per i ritardi. Stando ai dati di questa stagione estiva, i tempi di volo sembrano più lenti di 35 minuti rispetto a dieci anni fa: sono ben 76 dei 125 dei voli analizzati da Oag che hanno impiegato più tempo rispetto al 2008.
Oag ha concentrato la sua attenzione su 16 rotte operate da EasyJet, 11 da Ryanair e nove da Virgin Atlantic con 35 minuti in più di percorrenza. In altri casi, come ad esempio dei voli di British Airways, i prolungamenti dei tempi di volo sono da constatare in alcuni voli a lungo raggio, con variazioni da 20 a 30 minuti.
Secondo l’opinione di Keith Mason, professore di Gestione del trasporto aereo alla Cranfield University, è prassi di quasi tutti i vettori usare regolarmente schedulazioni variabili. Lo scopo è quello di creare un margine operativo e non andare in miseria continuando a rimborsare i clienti causa ritardi come in passato: rimodulando le schedulazioni, si ha un migliore spazio di manovra e consentirebbe di migliorare il fattore puntualità ed evitare i risarcimenti.
Ma non tutti sono d’accordo con questa teoria e soprattutto con le accuse di Oag. British Airways, Ryanair e Virgin Atlantic hanno motivato il fatto con argomentazioni tecniche. I voli a velocità inferiori sarebbero studiati al fine di ridurre il consumo di carburante e si possono presentare dei casi in cui siano impiegati per fronteggiare il congestionamento del traffico aereo.
Richiedere un indennizzo per i disagi causati da un ritardo volo è un diritto di ogni viaggiatore. Il risarcimento per volo in ritardo può variare dai Euro 250 fino a 600 Euro a passeggero, dipende dalla tratta. Oltre a camuffare leggermente le schedulazioni, le compagnie aeree adottano varie tattiche per evitare il rimborso, come non rispondere e sperare che i passeggeri lascino perdere.
L’unica opzione in questo caso è fare causa, a patto che il ritardo sia per più di tre ore e non è imputabile a cause straordinarie o non influenzabili. Su queste, le quali possono determinare anche un annullamento, c’è una sorta di dibattito. Il maltempo è quella che spinge il cliente a gettare la spugna nonostante abbia ragione. In realtà, dipende dal tipo di aereo: alcune compagnie hanno aeromobili idonei, altri invece no, dipende dalla gravità della situazione meteo.
Diverso il discorso per la causa overbooking e l’eventualità di non poter partire perché ci sono più passeggeri prenotati che posti sull’aereo. Le compagnie aeree sono obbligate a cercare dei passeggeri che accettino volontariamente di essere prenotati nuovamente sul volo successivo, senza però la garanzia che sia proprio il passeggero in questione a dover rimanere a terra. Meglio quindi essere più furbi, ovvero fare il check-in online almeno il giorno prima e non ridursi a fare il controllo dei passaporti all’ultimo momento. Così facendo, si avranno più probabilità di partire.