Si è trattato di un lavoro enorme, lunghissimo e complicato ma ora l’Eni può dare il via alle attività estrattive a Kashagan sul Mar Caspio, in quella che è considerata la più importante scoperta in termini di giacimenti petroliferi degli ultimi 40 anni. Sono state molte le sfide ingegneristiche da affrontare, la prima l’impossibilità di utilizzare le normali navi da perforazione a causa del fondale troppo basso.
Sono state costruite apposite isole artificiali per perforare, poi i costi sono lievitati oltre misura raggiungendo la cifra di 59 miliardi di dollari, dei quali 9 a carico dell’Eni. In ultimo, tre anni fa i lavori sono stati fermati perché tra gli idrocarburi c’è l’acido solfidrico, fortemente corrosivo e letale per l’uomo, motivo per cui si è dovuto riprogettare per aumentare le distanze di sicurezza e sostituire le tubazioni completamente sciolte dall’acido.
Insomma, 19 anni di lavoro, 8 anni di ritardo e costi lievitati ma ora si inizia l’estrazione per ora al ritmo di 180 mila barili al giorno che raddoppieranno il prossimo anno. Il giacimento è stimato in una capacità totale di oltre 35 miliardi di barili.