Investire in materie prime, analisi e scenari 2018 sulle migliori commodities

Dai minimi relativi che sono stati registrati nel mese di luglio del 2017, le quotazioni del petrolio sui mercati internazionali hanno fatto registrare una fase ascendente trainata dalle decisioni dell’OPEC di tagliare la produzione. Di conseguenza, per chi punta ad investire in materie prime , l’apertura di posizioni long sul greggio è stata azzeccata, ma negli ultime settimane c’è stata pure l’ascesa dei prezzi di oro, alluminio e di altri metalli industriali, mentre non è andata così bene alle commodities agricole.

Materie prime vs azioni tra incertezze e nuovi massimi storici

A differenza dell’azionario, che sembra essere ancora inserito in un canale rialzista di medio e di lungo periodo a partire dalla piazza finanziaria di Wall Street che, non a caso, sta facendo registrare un record storico dietro l’altro, sugli investimenti nelle materie prime a regnare è ancora l’incertezza dopo un 2017 che, nel complesso, è stato tutt’altro che esaltante.

Nello stesso tempo però non sono mancate le eccezioni visto che le quotazioni di alcuni metalli preziosi sono cresciute nel corso del 2017 e potrebbero proseguire la loro ascesa anche nel 2018. Tutto però dipenderà dall’andamento dell’economia mondiale ed in particolar modo dalla Cina che spicca per essere tra i maggiori consumatori non solo di metalli, ma anche di cereali e di energia.

Lo scenario sui metalli, dall’oro allo zinco e passando per il ferro

In particolare, nell’ottica della lotta all’inquinamento, in Cina potrebbe diminuire la domanda di metalli come lo zinco ed il ferro, mentre per quel che riguarda l’oro i prezzi nel corso del 2018 potrebbero beneficiare non solo del dollaro debole, ma anche di un eventuale consolidamento dei corsi azionari che permetterebbe come al solito al metallo giallo di essere un valido bene rifugio. In genere, infatti, a sostenere i prezzi dell’oro, e ad alimentare la tendenza rialzista dei prezzi, sono le incertezze sulla crescita economica associate alle tensioni geopolitiche, mentre sono potenziali fattori di ribasso dei prezzi l’aumento del costo del denaro e gli scenari macroeconomici caratterizzati da bassa inflazione.

Pure la Federal Reserve indirettamente, con la sua politica monetaria, nel corso del 2018 lascerà il segno su quella che sarà la tendenza dei prezzi per il metallo giallo. E questo perché, nel corso dell’anno, ad oggi gli esperti prevedono che la Banca centrale americana riveda per ben tre volte al rialzo il costo del denaro. Intanto si avvicina, per il mese di febbraio del 2018, il cambio della guardia proprio alla Federal Reserve visto che Janet Yellen, a fine mandato, lascerà il posto a Jerome Powell la cui nomina è stata annunciata nel mese di novembre scorso dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un discorso che ha tenuto nel Giardino delle rose della Casa Bianca.

Nato a Washington il 4 febbraio del 1953, Jerome Powell da parte del Comandante in campo è stato definito un uomo ‘forte, determinato e capace’, ed anche con ‘la leadership per guidare la nostra economia in ogni eventuale sfida’. Rispetto a Janet Yellen, gli economisti prevedono che Jerome Powell porti avanti una politica monetaria sostanzialmente in linea con la presidente uscente.

Autore dell'articolo: Redazione